European Jazz Trio – Baby Jazz Shark (2020)

Conosciuti soprattutto per le loro versioni easy-listening di celebri brani rock, pop, del repertorio classico, nonché ovviamente jazz, questo trio costituito da Marc van Roon al pianoforte, Frans van der Hoeven al contrabbasso e Roy Dackus alla batteria, ora si avventura nel mondo della musica per bambini con il singolo a due tracce “Baby Jazz Shark” (Audioguy Records), ossia il tormentone su una famiglia di squali che insegue un branco di pesci, Baby Shark, rivisitato sia in chiave jazz (lato A) sia in versione swing (lato B).

Come da tradizione del gruppo, e in generale della cosiddetta easy-listening-jazz, più che prettamente le improvvisazioni, comunque apprezzabili e ben tornite, ciò che spicca sono gli arrangiamenti; anche perché si tratta quasi sempre di pezzi piuttosto inusuali nei repertori della maggior parte delle jazz band, dedite perlopiù a originali o standard. Inoltre sono adattamenti semplici e facili da ascoltare, ma allo stesso tempo intriganti e divertenti; il fatto di conoscere bene quei temi spinge poi l’ascoltatore a chiedersi come verranno reinterpretati e sviluppati dall’European Jazz Trio.

 

Ed è con questo spirito che bisogna approcciarsi a “Baby Jazz Shark”: tutti coloro che ultimamente hanno a che fare con bambini, siano essi genitori, nonni, zii, maestre o babysitter, sanno bene quanto persistenti e pervasivi siano ritmo e melodia della canzoncina originale; ebbene, le due versioni in esame sono molto più rilassanti e accattivanti, sia per chi le ascolta sia per chi le balla, o in generale si diletta a sentirle mentre gioca, corre e si muove.

 

La prima, Baby Jazz Shark, si apre col contrabbasso archettato di van der Hoeven che cita il campionamento dal quarto movimento, l’Allegro con fuoco, della Sinfonia n. 9 ‘Dal Nuovo Mondo’ di Antonín Dvořák, reminiscenza della colonna sonora di John Williams del film “Lo squalo” di Steven Spielberg, con cui inizia la rivisitazione più celebre di questo brano, quella del 2015 prodotta dalla sudcoreana Pinkfong. Dopodiché, ecco affacciarsi il pianoforte di Marc van Roon che, duettando sempre col bassista, stavolta al pizzicato, enuncia il tema, su un tappeto frastagliato e poroso della batteria di Dackus, per poi lanciarsi in un assolo ritmico e suadente, costituito da linee ripetute e blocchi d’accordi vibranti. Infine, altro tema, improvvisazione e chiusura in sfumando.

 

La seconda versione, Baby Jazz Shark (Swing ver.), si apre anch’essa col contrabbasso archettato di van der Hoeven, ma poi l’arrangiamento vira immediatamente verso un andamento swing più festoso e colorato. Delle due è senz'altro la trasposizione più coinvolgente e piacevole, tanto da essere, volendo, ballabile sia per bambini sia per adulti. Il tema, pure in questo caso, con tutta la sua ridondanza e ritmicità, una volta enunciato, viene subito trasformato in assolo, con linee e accordi guizzanti e spiritosi. Dopodiché, altro tema, improvvisazione, ma stavolta il finale è stoppato.

 

 

Marco Maimeri

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